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Beni ecclesiastici: un simposio a Catania

Inserito in 2003

Avvenire 23/5/2003

di Salvo Nibali

Avvenire 23/5/2003

CATANIA. «I beni culturali ecclesiastici: memorie del passato, argomentazioni del presente, prospettive del futuro». Su questo tema si è aperto ieri al Museo Diocesano di Catania, un simposio, organizzato in collaborazione con l'Amei -Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, con le Edizioni Arca e con l'Assessorato regionale ai Beni Culturali.

Al centro dei lavori del simposio non solo la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici. Ma le esigenze sono anche altre. Come ha affermato monsignor Pasquale lacobone, del Pontificio Consiglio per la cultura, «i beni culturali ecclesiastici possono e devono essere compresi come una vera scuola di fede e di creatività umana in vista di quell'obiettivo unico per tutta la Chiesa che è la promozione di un nuovo umanesimo cristiano per il terzo millennio».Tra i relatori era presente anche il gesuita Henrich Pfeiffer, direttore del corso sui beni culturali alla Pontificia università Gregoriana. Grande rilievo il simposio ha dedicato al patrimonio archivistico che, come ha ricordato Gaetano Zito, direttore dell'Archivio storico della diocesi etnea, «oltre a svolgere un ruolo fondamentale per la memoria della Chiesa e il suo impegno di evangelizzazione, permette di comprendere il contesto storico, le ragioni e l'iter di realizzazione delle opere architettoniche e storico-artistiche della Chiesa». Di particolare interesse l'intervento di Giuseppe Basile, direttore dell'Istituto Centrale di Restauro, che ha parlato dell'esigenza di conciliare il culto con le necessità conservative illustrando l'esperimento messo in atto nella basilica di San Francesco d'Assisi prima del sisma del 1997; un tema, questo, ripreso anche da Sandro Massa, dell'Istituto per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali del Cnr.

Oggi la seconda giornata del simposio, con gli interventi di numerosi altri studiosi, tecnici e "addetti ai lavori" come Leonardo Blasetti e Andrea Nante, le cui relazioni approfondiranno rispettivamente il "caso" del restauro del complesso del protomonastero di Santa Chiara in Assisi e il progetto «Dall'Adige alle Alpi» che il Museo diocesano di Padova ha attivato al fine di coinvolgere il territorio nella riscoperta dei tesori d'arte locali. 

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