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In ricordo di Giuseppe Basile

Inserito in Ricordi

dal sito ISCR

Crediamo sia giusto riconoscere a Pippo Basile il merito di aver voluto riunire tra il personale dell’ICR, a metà degli anni ottanta, un gruppo interdisciplinare che si dedicasse alla conservazione ed al restauro dei mosaici parietali post antichi.


In quel periodo si viveva un rinnovato interesse per la conservazione delle importanti decorazioni musive presenti nelle chiese di Roma, pari quasi a quello che accompagnò nella metà dell’Ottocento la cosiddetta “Campagna Camuccini”, e la Soprintendenza per i Beni Storico e Artistici iniziò a curare il restauro dei mosaici di numerose chiese.
Nel 1986 una tesi di fine corso di alcune allieve dell’Istituto fu svolta sul mosaico di Santo Stefano Rotondo e da questo studio si passò all’intervento di restauro che costituì la prima occasione per il gruppo interdisciplinare di confrontarsi su un mosaico parietale. Da questa appassionante iniziativa si proseguì con il mosaico di San Sebastiano poi con quello di Santa Cecilia, di San Clemente, di San Teodoro e di Santa Sabina, sempre insieme a Pippo.
Nel frattempo andava maturando l’ipotesi di creare in Istituto un laboratorio che si occupasse di questa tipologia di manufatti, riconosciuto poi nel 1996 e dal 2006 operante in uno spazio attribuito. L’ICR si era interessato dei mosaici sin dai tempi di Brandi senza però aprire una specifica sezione nell’attività didattica che nel tempo si era consolidata in ambiti più  tradizionali quali i dipinti e i manufatti di area archeologica, anche se non vanno dimenticati gli episodici cantieri sui mosaici pavimentali.
E sempre i cantieri sono stati l’occasione per i nostri allievi di occuparsi di mosaico, prima nell’ambito del perfezionamento alla fine del corso triennale e solo dal 2000 partecipando come discenti dello specifico corso. Quindi il nostro grazie è non solo per la possibilità avuta di poter lavorare sul mosaico entrando così all’interno di una tecnica che tanto ha da offrire sia dal punto di vista conservativo che soprattutto delle procedure esecutive, così poco studiate anche quando i numerosi strappi e stacchi perpetrati nel tempo avrebbero potuto offrire tante occasioni di conoscenze l’interesse era unicamente limitato alla superficie, considerata molto spesso come “opera continua”. Grazie Pippo soprattutto perché se da questo si è creata anche l’opportunità di aprire il laboratorio e quindi la possibilità di poter ampliare le nostre conoscenze sui mosaici,  lo dobbiamo alla tua ammirevole tenacia.
Elisabetta Anselmi e Carla D’Angelo

Ci uniamo al dolore per la scomparsa del professore Pippo Basile.
I Restauratori della Cappella della Maddalena di Castelvetrano, che hanno avuto l'onore di lavorare con il professore e con il dispiacere di non avere condiviso insieme a lui il restauro ultimato.
Domenico Pinnola

Se ne va un mio Maestro, un saggio, un uomo di rara onestà interamente dedicata alle istituzioni.  
Lo ricordo con grande affetto e stima. Un saluto particolare alla moglie Vita.
Alessandra Morelli

Sono vicino ai colleghi dell'ISCR in un momento cosi triste per la prematura scomparsa di Giuseppe Basile, un carissimo collega che ogni qualvolta lo si incontrava era sempre un piacere ascoltare e ricavare dalle sue parole una finissima lezione di restauro oltre che di vita.
Roberto Boddi, Opificio delle Pietro Dure

E' con affetto e riconoscenza che saluto Pippo Basile. Desidero testimoniare la gratitudine per gli insegnamenti che ha trasmesso alla studentessa ed alla restauratrice poi, per l'opportunità che mi ha dato di condividere progetti, discussioni e scoperte nei cantieri che ha diretto, per avermi accolta come collaboratrice esterna all'ICR nel cantiere degli Scrovegni, per una breve ma stimolante esperienza professionale.
Roberta Bianchi, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte

Ho appreso con sorpresa e rammarico la scomparsa di Pippo Basile. Non era trascorso tanto dall' ultima volta che lo avevo incontrato, smagrito ma sempre attivo mi aveva raccontato con entusiasmo della sua ultima iniziativa realizzata a Palermo. Come la maggior parte dei colleghi ICR, anche io ho avuto il privilegio di lavorare con lui ed apprezzarne le doti umane e professionali.  La  notizia  della sua scomparsa mi rattrista  profondamente!
Ernesto Borrelli

Comitato Nazionale ICOMOS Serbia e Club Brandi a Belgrado partecipano al cordoglio per la scomparsa del professor Giuseppe Basile.
Il nostro caro amico e sostenitore, Prof. Basile, ha fatto un contributo enorme alla costituzione del Club Brandi a Belgrado, presso l`ICOMOS Serbia.
Inoltre, ha tenuto una conferenza indimenticabile sull`attualità di Brandi in aprile del 2011 a Belgrado, presso ICOMOS Serbia.
Era sempre disponibile a darci consigli professionali, tuttavia, anche se era già malato ci ha inviato l`articolo per la nuova rivista “La Conservazione Moderna” che dovrebbe essere pubblicata nel mese di settembre.
Il Comitato Nazionale ICOMOS Serbia lo ricorda con affetto e gratitudine.
Branka Sekaric, Presidente Comitato Nazionale ICOMOS Serbia

Ciao Pippo con te va via un'altro pezzo importante della storia di questo Paese di arte e storia.
Un sentito pensiero di vicinanza ai tuoi cari
Marina Pennini

l'ICCROM ha postato sul suo sito una nota dedicata al Prof. Basile:
http://www.iccrom.org/eng/news_en/2013_en/various_en/08_02obitBasile_en.shtml

Caro Pippo, con te se ne va un pezzo della nostra storia di restauratori e di professionisti dell'arte.
Continueremo a lavorare per la valorizzazione della nostra professione e per favorire la divulgazione della cultura dell'arte e  della conservazione. Porteremo con noi il tuo prezioso insegnamento, la tua tenacia, il tuo instancabile impegno, esempio e concreto riferimento per tutti.
Paola Conti, Piero Coronas, Araldo De Luca, Carla Karina Gianturco , Marina Maugeri, Alessandra Morelli, Paolo Pastorello, Marina Pennini, Lucia Saccani, Susanna Sarmati, Carla Tomasi

Giuseppe Basile era una persona importante,  per come era e per come lavorava incideva profondamente  sulle cose e sugli altri . Per noi è stato un grande punto di riferimento, i progetti sviluppati insieme sono stati pietre miliari nella costruzione della nostra professionalità.
Come succede raramente, ad una forte personalità e determinazione,  corrispondeva molta semplicità, un modo diretto di porsi ,sempre e solo gentile, ed è con questa gentilezza che lo teniamo nel nostro cuore e che non lo dimentichiamo.
Sandro e Patrizia Goppion

Io vorrei ricordare non l'aspetto professionale del professore, di cui moltissimi colleghi e collaboratori hanno gia' parlato e ricordato ampiamente, ma la passione per l'arte e  per la sua salvaguardia da tramandare  e trasmettere a generazioni future.
L'approccio filosofico e umano da lui usato nel diffondere questo rispetto per l'arte si tramutava in un rapporto amichevole e confidenziale dove un caffe' al bar, una passeggiata a piazza Navona, una telefonata a mezzanotte, erano sempre il pretesto per parlare di lavoro da svolgere a scuola, all' ICR, di vite di restauratori e artisti, di luoghi reali o ipotetici dove la vita delle opere d'arte avrebbe affrontato tutto un altro percorso storico e sarebbe stata fruita in modo completamente diverso.
Ricordo indelebile e' il Viaggio a Londra, Parigi, Bruxelles , in occasione del centenario brandiano, e  la visita a musei come il Louvre o la National gallery, dove tra un "appunto" e l'altro il senzo  e l'amore per larte da lui trasmesso mi fa emozionare  ancora oggi.
Mi e' capitato piu volte di vedere una barba bianca camminare per strada qui a Londra dove vivo e subito pensare al professore in viaggio e instancabile promulgatore dell'idea brandiana e della lotta contro il tempo per  salvare quelle ultime patine che ci rimangono del passato.
In questi ultimi tempi ho piu' volte pensato di organizzare una vacanza  a Roma per vedere  alcuni  amici tra i quali Basile e piu volte  ho immaginato l'incontro con il mio mitico professore e cosa avrei raccontato delle mie esperienze degli ultimi anni mostrando di aver recepito in pieno il suo insegnamento...
Il Prof. Basile e' il professore che piu di tutti ha lasciato un segno nella mia vita e per questo gli saro' grato per sempre,

con sincero affetto.
Giovanni Cacioppo

Ogni volta che con mio zio Pippo iniziavo una frase che prevedeva dei ringraziamenti lui mi interrompeva, forse perché non amava le ovvietà più probabilmente per timidezza. Così approfitto di questo momento per dirgli per la prima e più importante volta GRAZIE.
Per aver trovato sempre tutto il tempo necessario, in mezzo alla mole di lavoro che aveva davanti, per parlare, rispondere alle domande, spiegare, alimentare la mente di un ragazzo che si affacciava al mondo.
Per non aver smesso mai di trasmettere passione a quel ragazzo e infondergli fiducia e stima incondizionata.
Per aver mostrato a me e a tutti che gli occhi di un uomo a 70 anni possono essere come quelli di un ventenne appena laureato, la stessa fiducia nel futuro, la stessa speranza di poter cambiare e migliorare le cose; è questo uno dei più grandi insegnamenti che il professore Basile lascia ai suoi allievi di tutte le età.
Per questo il mio ringraziamento potrebbe essere quello di tanti studenti e  allievi che oggi non possono essere qua a parlare.
Tutti i presenti conoscono le innumerevoli iniziative, interventi e scritti di cui Pippo si è reso protagonista, non voglio citarne nessuna, voglio solo raccontarvi con quale FORZA ha trascorso l’ultimo anno, per un uomo che corre mentre tutti attorno camminano era impensabile riuscire a trovare una marcia in più. Pippo c’è riuscito.
Questa FORZA continuava a essere raccontata da quanti ci hanno telefonato in questi giorni, narrando gesta quasi epiche.
Nelle fatiche causate dalla malattia ha intensificato i suoi viaggi, aumentato i suoi già numerosi incontri e contatti umani, a cui dava estrema importanza.
Si è speso, e tanto, per la sua terra, nell’ultimo anno, quasi sentendosi in dovere di restituirgli qualcosa, un ultima sfida con se stesso per ampliare anche le menti più difficili da cambiare, quasi come se avesse voluto lasciare il lavoro più arduo e a lui più caro alla fine.
In dodici mesi di innumerevoli iniziative in Sicilia è riuscito a far conoscere anche ai più giovani il suo spirito, trasmettendo passione, con tanti progetti completati e tanti da avviare, tra la sorpresa di tutti noi abituati a mollare le armi di fronte alla paralisi della sua terra. L’uomo dalle mille risorse, mio zio, mi ha insegnato che un uomo può cambiare il mondo, ora sta a me riuscire a crederlo anche senza la sua presenza al mio fianco.
La sua vivacità intellettuale accenderà lo spirito di chi l’ha conosciuto per proseguire la traccia da lui percorsa e scavalcare l’immenso solco che oggi la sua scomparsa ha lasciato.
Jacopo Russo

 

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