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Giotto

Inserito in Cappella degli Scrovegni

Giotto di Bondone nacque a Colle di Vespignano, presso Vicchio di Mugello, verso il 1267.

Nell’ultimo decennio del secolo l’artista è impegnato ad Assisi, nella Basilica Superiore, nel ciclo con Storie di San Francesco, secondo Giorgio Vasari (autore, nel 1568, di una serie di Vite di illustri artisti) su invito di Giovanni da Muro, eletto nel 1296 Generale dei Francescani.

Giotto di Bondone nacque a Colle di Vespignano, presso Vicchio di Mugello, verso il 1267.

Nell’ultimo decennio del secolo l’artista è impegnato ad Assisi, nella Basilica Superiore, nel ciclo con Storie di San Francesco, secondo Giorgio Vasari (autore, nel 1568, di una serie di Vite di illustri artisti) su invito di Giovanni da Muro, eletto nel 1296 Generale dei Francescani.

In occasione del Giubileo indetto nel 1299 da Papa Bonifacio VIII Giotto è a Roma per dipingervi la Loggia delle Benedizioni nei Palazzi Lateranensi (Vasari), di cui rimane forse solo un frammento, e la cosiddetta Navicella in San Pietro in Vaticano, di cui rimane solo copia.

Dopo un breve soggiorno a Rimini, dove si conserva ancora oggi la Croce dipinta in S. Francesco (Tempio Malatestiano) ma non gli affreschi nella stessa chiesa, Giotto raggiunge Padova chiamato dai Francescani della Basilica del Santo.

Non è sicuro che siano di sua mano i frammenti scoperti nel Capitolo e nella Cappella di S. Caterina (originariamente Scrovegni), mentre non è rimasto nulla, a causa di un incendio, della sua opera nel salone del Palazzo della Ragione.

Rimane invece la decorazione della Cappella Scrovegni, la sua opera più matura e rappresentativa, che Giotto eseguì tra il 1303 ed il 1305.

Prima del gennaio 1309 è attivo di nuovo ad Assisi, nella Cappella della Maddalena della Basilica Inferiore, mentre prima del 1312  esegue la Croce dipinta in S. Maria Novella. 

In questo periodo dipinge la Cappella Peruzzi in S. Croce a Firenze, la Maestà della Chiesa di Ognissanti (ora agli Uffizi), la Croce dipinta di S. Felice in Piazza, e il Polittico di Raleigh (in origine Peruzzi). A Roma dipinge il Polittico Stefaneschi e gli affreschi nell’abside di S. Pietro in Vaticano, ora perduti (salvo, probabilmente, un piccolo frammento di proprietà dei conti Fiumi ad Assisi).

Nel decennio successivo Giotto affresca la Cappella Bardi in S. Croce e dipinge il Polittico francescano smembrato tra i musei di Monaco, New York, Londra, Settignano (Collezione Berenson), Boston (Gardner Museum), il Polittico Goldman-Horne-Chaalis, la Dormitio Virginis nei Musei statali di Berlino.

Dal 1328 Giotto è al servizio di Roberto d’Angiò a Napoli, dove esegue parecchie opere, di cui però rimangono solo frammenti.

Nel 1334 a Firenze viene nominato capomaestro dell’Opera di S. Reparata e ingegnere capo del Comune e inizia la costruzione del campanile della cattedrale, per i cui rilievi scultorei fornisce i disegni ad Andrea Pisano.

In seguito esegue, con molti aiuti, i Polittici della Pinacoteca di Bologna e della Cappella Baroncelli in S. Croce , inizia la decorazione della Cappella del Podestà nel Palazzo del Bargello e infine, a Milano, affresca una sala con una Gloria mondana nel distrutto palazzo di Azzone Visconti. 

 

Il restauro della cappella degli Scrovegni

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