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Benvenute e benvenuti.

Giuseppe Basile ha effettuato la Direzione lavori, il coordinamento e la supervisione dei più importanti interventi di conservazione e restauro per conto dell'Istituto Centrale del Restauro del Ministero dei Beni Culturali.

LA REALTA’ DELL’UTOPIA

Inserito in Basilica di S. Francesco di Assisi

Dal 21 al 24 marzo si è svolto ad Assisi, presso il Sacro Convento di S. Francesco, un convegno internazionale sul restauro, il cui motivo dominante era costituito dalla autenticità, vista sotto aspetti diversi e talora poco consueti.

 

Dal 21 al 24 marzo si è svolto ad Assisi, presso il Sacro Convento di S. Francesco, un convegno internazionale sul restauro, il cui motivo dominante era costituito dalla autenticità, vista sotto aspetti diversi e talora poco consueti.

Nella prima sessione, infatti, giuristi, teologi, psicologi, esperti nella comunicazione hanno affrontato il problema dell’attualità e del significato di questo concetto nelle rispettive discipline, mentre nella seconda estetologi, architetti, archeologi e storici dell’arte hanno discusso dell’incidenza dell’autenticità nella filosofia e metodologia del restauro, con particolare riguardo alla teoria di Cesare Brandi.

Nella terza sessione l’attenzione è stata rivolta alla prassi storica del restauro dei dipinti murali della Basilica Superiore alla luce dei principali interventi documentati dopo l’unità.

La quarta sessione ha toccato il cuore della questione, proponendo un preciso quesito operativo: come reintegrare in via definitiva le lacune delle figure degli 8 Santi dell’arcone ricostituite.

Al momento della ricollocazione, nel novembre ’99, della prima coppia di Santi, Rufino e Vittorino, era stato necessario limitarsi ad un inizio di reintegrazione delle lacune. Ora invece che gli 8 Santi sono stati tutti ricomposti, messi su nuovo supporto e pronti ad essere ricollocati sull’arcone il problema del trattamento finale delle lacune non poteva essere più differito e veniva pertanto sottoposto alla discussione dei più autorevoli esperti (storici dell’arte e restauratori, soprattutto: ma anche  chimici, architetti, archeologi)  italiani ed europei (il convegno si è svolto sotto l’egida dalla Commissione europea, DG Educazione e cultura – Laboratori europei del restauro) : Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Germania, Inghilterra.

L’ultima sessione del convegno ha visto a confronto specialisti “occidentali”, soprattutto italiani, ed altri ( cinesi, giapponesi) portatori di tradizioni culturali e pertanto di modi di intendere il restauro radicalmente diversi ma non perciò meno fondati: con l’ovvia ma tutt’altro che scontata conseguenza che sarebbe sbagliato pretendere di stabilire quale delle due sia più “corretta” o più “moderna”.

Fuori dalla tematica dominante del convegno ma altrettanto imprescindibile in quanto rispondente alla medesima esigenza di mettere a parte l’opinione pubblica di quello che si continua a fare sulle opere terremotate della Basilica francescana è stata la sessione sui più recenti avanzamenti realizzati da Arcangelo Distante e Giovanni Attolico del CNR di Bari (Progetto Mezzogiorno) sul progetto di riassemblaggio assistito dal computer dei frammenti della vela di S. Matteo di Cimabue.

Le principali conclusioni del convegno, tratte dal direttore dell’ICR Almamaria Mignosi, sono le seguenti:

- la condivisione da parte degli intervenuti dei 2 obiettivi di fondo del convegno (cioè ripristinare la prassi del dibattito tra specialisti in occasione di restauri particolarmente complessi e rendere permanente l’iniziativa creando un forum sulle problematiche del restauro in quanto attività culturale e non puramente tecnica).

- piena accettazione da parte degli intervenuti della esigenza di ricollocare sull’arcone gli 8 Santi crollati e poi raccolti, riassemblati e parzialmente restaurati

- larga convergenza nel giudicare idoneo il metodo di reintegrazione delle lacune finora adottato sui Santi

- completa accettazione della esigenza di portare a termine dopo la ricollocazione di tutti i Santi l’operazione di reintegrazione delle lacune e piena fiducia nella capacità dell’èquipe responsabile di condurre a termine l’intervento nel modo migliore

- accettazione della sollecitazione ad accelerare la costituzione di un archivio-banca dati degli interventi effettuati e di istituire un museo (o esposizione permanente) contenente materiali documentari attinenti al sisma ed ai suoi effetti sui manufatti artistici

- dedicare gli atti del convegno, oltre che a Michele Cordaro, a Cesare Brandi, la cui attualità è confermata anche dal moltiplicarsi di traduzioni della sua Teoria del restauro nonostante le difficoltà presentate da quel testo, come ha anche testimoniato Ivi Gabrielides, la restauratrice diplomata all’ICR autrice della traduzione in greco.

Prima delle conclusioni erano stati resi noti i primi risultati dell’indagine sul pubblico che visita il cantiere  curata dal Prof. Marco Causi della 3° Università di Roma.

Al quesito cruciale sulla opportunità o meno della ricollocazione dei Santi restaurati sull’arcone la maggioranza ha risposto positivamente; mentre all’altro quesito su che cosa fare nel caso malaugurato che per le altre raffigurazioni (S: Gerolamo, S. Matteo) non si potesse procedere alla ricollocazione dei frammenti ricomposti la maggioranza ha risposto che sarebbe meglio lasciare la volta così com’è.

La ricollocazione e conseguente completamento del restauro delle tre coppie di Santi ancora a terra  avrà luogo tra giugno e luglio pv, dopo che tutte e tre saranno state esposte ad Assisi a maggio nella Sala Norsa di fronte alla Basilica.

Un altro appuntamento a breve scadenza è quello previsto per il 23 maggio a Roma, nel Complesso del S. Michele, quando sarà presentata una “demo” sul riassemblaggio informatico dei frammenti di Cimabue.

(Giuseppe Basile)

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